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Che cos’ la vanit

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Anche ai giovani un po’ di quiete e non solo lasciare che un vecchio l’abbia, poiché “ciascheduno dall’Amor è percosso” –
Così ognuno, più che d’altro, ha bisogno di quiete, di pace, di un luogo tranquillo dove sedersi e,
finalmente,
riposare. Riposarsi da tutte le fatiche, da tutte le amarezze e dai ricordi.
Ma tu: non ci credere.
Non cercare questo luogo nella voce o nelle mani di qualcuno perché non lo troverai:
non bisogna confidare negli uomini. Mai.

Bisogna aver camminato molto – soli;
bisogna aver avuta molta paura;
bisogna aver pianto molto e molto sofferto – soli.
Essersi soli abbracciati la notte,
soli essersi dato un bacio e posato, piano, la propria mano sulla propria guancia,
essersi carezzati piano – perché si è più belli se ci si carezza il viso,
mentre – soli – ci si diceva: “Sei bella”, “Sei buona”.
Essersi, malati, curati – soli;
non essersi perdonati mai –
Aver visto la pioggia e il sereno a una finestra – soli, in una grande casa vuota.
Bisogna aver fatto tutte le cose più belle –
soli,
per conoscere la sofferenza e sapere che è reale.
E conoscere che cosa è e che cosa non è
[Vanità.


“Avere fatto in luogo di non avere fatto,
questa non è vanità”.


Ti senti solo,
e lo sei –
sei a baby in the woods.

 Alessandra Ponticelli Conti - 17/07/2013 15:43:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Mi ha molto colpito questa poesia. Veramente bella!

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